Di Kevin Gerry Cafà
Il piano del governo per scongiurare una seconda ondata in autunno passa inevitabilmente per il contenimento del contagio da Coronavirus che stenta a fermarsi. La gestione della pandemia sul territorio nazionale ha messo a dura prova l'intero apparato politico e sanitario, creando un sovraccarico nella rete dei servizi territoriali su cui poggia il paese. A tratti, il sistema sanitario italiano ha dato l'impressione di non riuscire a reggere l'urto della curva dei contagi che - nel frattempo - continua a crescere, provocando lo stop alle attività da ballo e il ritorno all'obbligo della mascherina anche all'aperto nei luoghi della movida. All'ordinanza proposta dal ministro della salute Roberto Speranza, hanno sollevato obiezioni alcuni governatori. Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, ha avanzato una proposta di mediazione con il governo: discoteche aperte ma con obbligo di mascherina in pista. Insomma, meglio chiudere e sostenere economicamente le singole realtà commerciali piuttosto che aggiungere proposte di questo tipo ad un dibattito già ricco di contraddizioni. Il governo italiano dovrà dimostrare di essere all'altezza della sfida che attende il paese. Oltre alle riforme chieste da Bruxelles in materia economica. Una volta arrivato il Recovery fund, il governo dovrà esprimersi su cosa farne dei miliardi messi a disposizione dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes), vista la necessità di avere nuove linee di credito immediate per eventuali interventi in ambito sanitario già nei prossimi mesi.
Oltre all'azione di contenimento dei contagi da Coronavirus da parte del governo, è necessario osservare con molta attenzione gli sviluppi delle ultime settimane sul tema legato agli appuntamenti elettorali che attendono i partiti, su cui si accenderanno i riflettori già nelle prossime settimane. Le manovre sono iniziate qualche giorno fa, visto che dagli iscritti alla piattaforma Rousseau è arrivato il via libera alla modifica delle regole sul doppio mandato: cavallo di battaglia dei grillini su cui ha costruito intere campagne elettorali. Viene quindi introdotto il meccanismo del mandato zero che permette a chi ha ricoperto come prima carica quella di consigliere municipale o comunale di ri-candidarsi più di una volta. Una proposta fatta su misura per permettere a Virginia Raggi di competere alle prossime elezioni comunali. Oltre all'ulteriore modifica introdotta nello statuto del Movimento che sembra aver assunto le sembianze di un partito di stampo tradizionale, il popolo della rete si è espresso a favore delle alleanze con i partiti per le prossime elezioni amministrative. In realtà, si tratta di rendere pubblico e ufficializzare il legame con quel tanto odiato Partito democratico che è diventato il vero marchio di fabbrica della gestione Luigi Di Maio, il quale ha portato al governo il Movimento 5 stelle con la Lega di Salvini prima e Renzi dopo. Un punto su cui - in passato - lo stesso ministro degli esteri era stato irremovibile, poiché marcava la netta differenza tra il Movimento e i partiti che da anni dominano il panorama politico italiano. Sicuramente, l’esito della votazione segna una rivoluzione storica nelle regole interne al Movimento, che sulla battaglia contro la casta dei politici e l’impegno limitato dei suoi rappresentanti ha costruito le sue fortune. L'ingresso del Movimento in ben due maggioranze di governo diverse per programma e colore politico, hanno segnato la fine del modello 5 stelle e di quel modo di approcciarsi all'elettorato quando dai banchi dell'opposizione si è passati a quelli di governo.
L'alleanza PD-M5s si appresta a scrivere un'ulteriore pagina di storia per entrambe le realtà politiche, unite dalla necessità di dare continuità ad un fronte anti-Salvini su cui nasce la stessa alleanza di governo. Esperienza che poggia le radici sulla volontà di proseguire con la possibilità di proporre agli elettori una coalizione con Giuseppe Conte candidato premier: unica personalità in grado di rallentare la scalata di Matteo Salvini verso Palazzo Chigi. In questa fase storico-politica del paese, il premier rappresenta l'unica vera ancora di salvataggio dei partiti, poiché incapaci di presentare delle personalità in grado di ricoprire delle cariche governative e che abbiano lo stesso appeal di cui gode lo stesso Giuseppe Conte. Far quadrato attorno al presidente sarà il mantra dei partiti di governo che si apprestano a fare i conti con le elezioni comunali in programma tra settembre e ottobre, che coinvolgeranno gli elettori di oltre mille comuni italiani.
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