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Coronavirus, non solo un’epidemia ma anche il banco di prova per l’economia cinese e globale


Il #Coronavirus sta riportando numerose vittime in #Cina: si conta che ad oggi siano intorno a mille e più di 44mila persone siano state contagiate.

Ma questo non è l’unico problema che deve e dovrà affrontare Xi Jinping nel breve periodo. Con l’epidemia le città si sono fermate e di conseguenza anche le attività economiche. Infatti, i primi segnali di un rallentamento economico non sono tardati ad arrivare.


Basti pensare che le più grandi compagnie aeree hanno cancellato la quasi totalità dei voli da e per la Cina. Molte grandi catene come Starbucks, Mc Donald’s e KFC hanno chiuso in tutto il paese e grandi firme come H&M, Burberry, Levi’s e Nike hanno fatto lo stesso. Anche il gruppo #Foxconn, che è impegnato nell'assemblaggio degli iPhone ha bloccato le attività, poichè la stragrande maggioranza degli Apple Store del paese sono tuttora chiusi. Le case automobilistiche come Tesla, Honda, Toyota, Renault e Volkswagen hanno rallentato la produzione, se non chiuso del tutto gli stabilimenti in Cina a data da destinarsi.


È chiaro che chi vorrebbe riaprire la produzione non riesce ad avere l’approvazione da parte del governo oppure dovrebbe seguire delle lunghe procedure per controllare la salute dei lavoratori e capire se essi hanno viaggiato nelle settimane passate e se sì in quali regioni della Cina.Attualmente, è impossibile fare calcoli precisi, ma bisogna ricordare che essendo la Cina la più grande economia mondiale, se lei per prima avrà dei problemi, questi ricadranno sicuramente sulle altre economie.



Infatti, ci si aspettano soprattutto rallentamenti nel settore automobilistico, dato che gran parte delle parti elettroniche, quelle legate allo sterzo e ai cardini delle portiere arrivano in Europa e negli Stati Uniti proprio dalla Cina.


Ad oggi, è molto difficile capire a quanto potrebbero ammontare i danni all’economia cinese, ma secondo alcune stime la crescita del Pil cinese per il 2020 potrebbe scendere dall’1 al 2%.Una serie di supposizioni difficili da decifrare e definire attendibili. Rimane la più grande incognita: quanto tempo ci vorrà a mettere sotto controllo il virus?

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