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La via del compromesso

Alla vigilia della presentazione del Recovery fund al Parlamento europeo, alcune indiscrezioni parlano della possibilità che la Commissione europea possa presentare un fondo da 500 miliardi di euro, attivo fino al 2022, costituito per la maggior parte da sovvenzioni a fondo perduto ma anche da prestiti resi in aggiunta ad un bilancio europeo da circa 1.000 miliardi. Come già discusso nelle scorse settimane, la necessità di trovare un compromesso sull'iniziativa della Commissione europea da affiancare a SURE, ai fondi già disponibili del Mes e alle iniziative della BEI. ha creato parecchie divisioni tra paesi membri. La portata del fondo per la ripresa e l'accessibilità a fondo perduto, ha spinto il gruppo formato da Austria, Danimarca, Olanda e Svezia ad elaborare una soluzione alternativa al piano Merkel-Macron mediante la creazione di un fondo di emergenza temporaneo della durata di due anni con prestiti a condizioni favorevoli e privi di alcuna mutualizzazione del debito, in cambio di un forte impegno a riforme e al quadro di regole fiscali da parte degli Stati che ne faranno uso.


La via del compromesso sarebbe quella di un Recovery fund costituito da sovvenzioni e prestiti garantiti dal bilancio Ue, mediante alcune modalità che prevedono un finanziamento del 50% mediante il Recovery instrument - che sostiene le riforme e rafforza la resilienza degli Stati membri -, mentre il restante 50% sotto forma di fondi di coesione, fondo per la transizione equa e programma Invest Eu, che sostiene investimenti strategici e dà sostegno alla liquidità per le imprese. Quest'ultimo, è un nuovo programma comunitario per sostenere gli investimenti e l'accesso ai finanziamenti dal 2021 al 2027 e riunisce tutti gli strumenti finanziari del bilancio dell'UE.

Oltre al ricorso al fondo per la ripresa, la Commissione europea sta valutando la possibilità di inserire una tassa per le emissioni rivolta ai Paesi extra Ue, una web tax e una tassa per l'accesso al mercato interno pensata per le grandi multinazionali: iniziative che potrebbero portare fino a 300 miliardi nelle casse Ue. Ci sarà da chiarire se la Commissione avrà il compito di sorvegliare il modo in cui gli stati membri impiegheranno le risorse del Recovery fund, come stabilito per l'uso del Mes qualche settimana fa.

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