Il Presuntuoso della settimana è il primo ministro olandese Mark Rutte
Di Kevin Gerry Cafà
Qualche giorno fa, mi sono imbattuto in un paragrafo di un libro che sto consultando in questo periodo, il quale analizzava il tentativo dell'Ue di avviare un ambizioso processo di realizzazione di una costituzione europea. Era un'Europa diversa: personalità come Jacques Chirac e Gerhard Schröder che tenevano testa agli Usa di Bush. In quel contesto, i cittadini olandesi - come del resto anche i francesi - respinsero categoricamente con un referendum la proposta di una costituzione europea, che avrebbe potuto dar vita ad una vera unione politica. Una bocciatura dura da digerire per gli europeisti e le personalità, i quali dedicarono parecchio tempo alla stesura di quel progetto.
Difficile trovare parallelismi tra questi due periodi storici che l'Europa ha vissuto direttamente: la guerra in Iraq dominava la scena internazionale in quella fase, mentre adesso si fronteggia un virus invisibile che sta mettendo a dura prova il mondo. Ma, in entrambi i casi, eventi di questo tipo hanno creato spaccature all'interno della comunità europea tra i paesi del Nord e del Sud dell'Ue. Pensiamo alla dura presa di posizione primo ministro olandese Mark Rutte,circa la possibilità di proporre i Coronabond e il voto del parlamento di Amsterdam a poche ore dall'Eurogruppo. Un altro rifiuto che avrebbe cambiato l'esito del vertice europeo di qualche giorno fa e magari ricompattato la comunità europea nella lotta al Covid19.
Il premier olandese Rutte non è il solo responsabile del parziale naufragio dei Coronabond. L'Europa ha dimostrato delle crepe anche quando si trattava di applicare alcuni meccanismi presenti nei Trattati. Di certo, il rifiuto dell'Olanda di condividere il debito per far fronte all'impatto economico del Coronavirus, ha influito in maniera non indifferente sulla credibilità e la fiducia nell'Europa dei cittadini del Vecchio continente.
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